Non è un segreto che Gabriel Omar Batistuta, il BatiGol della Fiorentina, ha una storia d’amore con Firenze e con i tifosi viola. La novità è che l’Antica Torre Tornabuoni è stata scelta come uno degli scenari per raccontare questo “romanzo” nel Docufilm El Numero Nueve, del regista Pablo Benedetti e prodotto dalla Sense Media. È lui la voce narrante della storia di Gabriel: come uomo, come sportivo e come mito indimenticabile.
Per capire meglio cosa vedremo sul grande schermo, abbiamo chiesto a Pablo Benedetti di raccontarci un po’ l’ispirazione e quindi la realizzazione di El Numero Nueve. Questa è l’intervista esclusiva che ci ha dato:
Perché hai scelto l’Antica Torre Tornabuoni come uno dei set del tuo documentario? Cosa potresti dirci di questo palazzo medievale?
Ho scelto questa location perché cercavo un luogo inedito, qualcosa che non fosse troppo scontato e che rivelasse un punto di vista originale della città. La torre è un luogo affascinante che ti permette di osservare Firenze a 360 gradi, stessa filosofia dell’impianto narrativo della mia storia, della storia che vuole raccontare Batistuta in ogni aspetto inedito sia umano che sportivo.
Il palazzo ti assorbe ed evoca una sensazione di arte familiare, immergendoti in uno splendore talmente autentico e forte, un luogo mai semplice da vivere senza subirne l’effetto. Tutti gli ambienti ti coinvolgono e rilassano, magicamente ti liberano da ogni distrazione moderna come oggi lo è un semplice smartphone, rendendoti libero di godere spensierato ciò che ti circonda. Su tutte la Torre dove ho voluto ricreare una situazione intima tra Gabriel e Irina, nell’attimo di una colazione scandita da un tempo sospeso. L’intimità di un tavolo per due illuminato da un sole capace di avvolgere e scaldare i toni di Firenze, un panorama unico interrotto all’orizzonte dalla Cupola del Brunelleschi, che proprio dall’alto di quella torre puoi toccare con un dito. La vera magia per lo spettatore è sentirsi coinvolto in uno scenario affascinante che sentirà proprio.
Batistuta ha una bellissima storia d’amore non solo con Firenze ma anche con i fiorentini. Quali sono i momenti più importanti di questa relazione duratura e appassionata, dal tuo punto di vista?
In tutte le storie d’amore ti ricordi sempre il primo giorno, le farfalle nello stomaco e il bagliore di quella luce che non scorderai mai. Quando ti innamori di qualcuno o qualcosa non dimentichi i dettagli, le cose che guardi ed osservi il primo giorno ti catturano fino a farti innamorare. Nella mia visione condivisa con Bati, racconto proprio quel primo incontro che racchiude in sé momenti irripetibili che ci rendono umanamente divini; Bati ha condiviso con Firenze e i fiorentini la nascita dei suoi figli, la crescita della sua famiglia e quella personale, la strada che lo ha portato ad essere uomo; quindi valori come l’amicizia, il senso di appartenenza, la forza di volontà finalizzata all’altruismo, nonché la semplice felicità per affrontare il quotidiano. Bati è argentino ed ama la sua terra, la sua gente e le sue origini, ma Firenze e i fiorentini sono per lui una seconda casa e una seconda famiglia con cui ha condiviso gioie ma anche difficoltà, ciò che lo ha portato al successo, alla felicità che una volta maturata diventa eterna, indimenticabile. Non ti dici mai addio ma sempre arrivederci.
Cosa possiamo aspettarci dal documentario El Numero Nueve? Puoi raccontarci un po’ di quello che potremmo vedere sul grande schermo?
Solitamente parlo tanto, ma ad una domanda come questa, bellissima e molto intima, preferisco obbligarmi a dire poco. Perché? Per il semplice fatto che ho la necessità di raccontare attraverso immagini, emozioni, tempi distesi in un ritmo a me più congeniale della parola. Vi racconterò quello che vorrete vedere secondo la vostra percezione ed esperienza di vita. Quello che potete aspettarvi dal documentario, è una scoperta per voi stessi attraverso una persona speciale, perché sono le persone che nessuno immagina che alla fine compiono qualcosa di inimmaginabile, Bati è una di queste.
Quando uscirà il documentario?
Altra domanda difficile a cui rispondere… sai sempre quando si inizia in un documentario, ma non puoi governare troppo la navigazione verso la meta, devi seguire la creatività e le occasioni che ti capitano per fare al meglio il tuo lavoro. Ma se devo rispondere a livello di produzione, l’idea è di terminare nel 2019, magari con una bella anteprima ad un Festival importante in Italia ed ovviamente una proiezione speciale per Firenze.