Firenze è la culla del Rinascimento, la terra di Dante, un museo all’aperto… ed è anche la città delle buchette del vino. Non sai di cosa parliamo? Le buchette del vino sono porticine a mezza altezza che si vedono in tanti palazzi fiorentini dove, in passato, si serviva il vino. Sin dal Cinquecento!!!
A quei tempi, le buchette del vino, anche dette tabernacoli, finestrini o finestrelle del vino servivano alle potenti e ricche famiglie per vendere il vino delle loro tenute di campagna in maniera comoda e lucrativa, perché essendo la produzione familiare la vendita era esentasse.
Nel tempo, queste buchette sono state un po’ dimenticate, ma durante il lockdown del 2020 hanno nuovamente conquistato lo sguardo dei fiorentini e per la stessa ragione si sono rivelate utili ancora una volta e vi spieghiamo il perché. Nell’anno 1634 era appena finita la peste a Firenze e l’accademico fiorentino Francesco Rondinelli redasse una “Relazione del contagio” dove descriveva l’efficacia anticontagio degli “sportelli” del vino. Nel 2020, dopo il lockdown, alcuni locali fiorentini hanno ripristinato l’uso della loro buchetta del vino per servire caffè, bevande, tramezzini e gelati, in assoluta sicurezza.
La prima è stata la gelateria Vivoli, in pieno centro a Firenze. Poi, il Babae in via Santo Spirito, l’Osteria delle Brache in piazza Peruzzi e Il Latini in via dei Palchetti. Il successo è stato così importante che l’Associazione Culturale Buchette del Vino ha creato delle visite guidate per le buchette di Firenze, dove i visitatori, fiorentini o no, vengono condotti per le vie del centro storico, incontrando decine di buchette del vino, rivivendo la loro storia e sottolineando il profondo e radicato valore sociale che hanno avuto nei secoli, inquadrandole nelle bellezze architettoniche e artistiche delle vie, dei palazzi e dei monumenti della città.
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