Orsanmichele è una delle chiese più antiche di Firenze ed anche con uno dei nomi più strani, la cui origine è antichissima. L’oratorio del XIII secolo era dedicato a San Michele Arcangelo ed era circondato dal giardino dei frati dell’ordine dei Benedettini. Ecco perché il luogo iniziò a chiamarsi San Michele in Orto, che col tempo divenne Orsanmichele.
Nel 1240 il piccolo oratorio fu demolito per far posto ad una loggia costruita appositamente per il mercato del grano. Si ipotizza che il progetto sia stato firmato da Arnolfo di Cambio nel 1290.
L’architettura della loggia era caratterizzata da grandi aperture ad arco verso l’area del mercato dove si commerciavano grano, paglia e altri tipi di cereali. Il secondo piano era dedicato agli uffici, mentre il terzo piano ospitava uno dei magazzini comunali di grani della città, mantenuti per resistere alla carestia o all’assedio.
Come mai un deposito di grani si è trasformato in un luogo di culto religioso? All’interno della struttura originaria della loggia, una delle colonne conteneva l’immagine della Madonna, alla quale furono accreditati vari eventi miracolosi.
Costruzione e ricostruzione
L’edificio era in legno e fu danneggiato, questa volta da un grave incendio nel 1304. Fu ricostruito nuovamente, nel 1336, come mercato e deposito di grani, per ordine del sindacato dei lavoratori della seta.
Attraversando il pavimento quadrato, si può osservare gli archi affrescati e grandi anelli di metallo integrati nel soffitto, utilizzati per caricare e scaricare i pesanti blocchi di grani. Due delle colonne di destra sono in realtà cave e servivano per spostare i grani tra i piani; sono ancora visibili i solchi attraverso i quali passavano i grani.
Nel corso degli anni i pellegrini sono entrati nella loggia per visitare e pregare davanti alla Madonna, alla quale sono stati attribuiti diversi miracoli, soprattutto durante la peste del 1348. A quel punto, l’immagine della Madonna non era più l’originale, danneggiata durante l’incendio del 1304. Bernardo Daddi dipinse una nuova immagine: la “Madonna delle Grazie”.
Ormai, con il continuo afflusso di nuovi fedeli, la loggia non poteva più essere considerata un luogo adatto per un mercato quindi fu trasformata in chiesa.
Roccaforte dei grandi maestri del Rinascimento
Nel 1339 si decise che ciascuno dei principali sindacati rappresentanti le arti di Firenze dovesse fornire una statua del rispettivo santo protettore per decorare l’esterno della Chiesa di Orsanmichele.
Non si sa il motivo, ma fortunatamente non ne venne fuori nulla fino a quando il Rinascimento non raggiunse il suo apice nel XV secolo, che permise di commissionarle ai grandi maestri del Rinascimento Verrocchio, Ghiberti, Donatello e Luca della Robbia.
Oggi, le sculture che si vedono sulla facciata di Orsanmichele sono copie. Gli originali sono visibili al Museo di Orsanmichele, ai piani superiori della chiesa. Tra le opere più suggestive il San Matteo, del Ghiberti, protettore dell’Arte del Cambio, e il suo Santo Stefano dell’Arte della Lana, entrambi in bronzo. Il San Marco di Donatello, protettore dei Linaioli e Rigattieri, fu scolpito nel marmo dall’artista tra il 1411 e il 1413. Tuttavia, il capolavoro che più attira l’attenzione è, senza dubbio, il gruppo dell’Incredulità di San Tommaso del Verrocchio, uscito alla Corte delle Merci tra il 1467 e il 1483.
Unione di edifici civili e religiosi
La maggior parte delle chiese di Firenze si distingue per la sua architettura tipica, ma questo non è assolutamente il caso di Orsanmichele. Probabilmente per la sua singolare storia, l’edificio ha una struttura che unisce costruzioni civili e religiosi.
Sono 3 piani che mescolano semplici muri in pietra grigia, intricati archi e finestre gotiche, nicchie all’aperto con varie sculture e, anche se la cerchi, non troverai una porta d’ingresso formale e regale. L’ingresso della chiesa è proprio sul retro.
Per avere un’idea dell’imponenza dell’edificio, visita il museo. Da lì potrai apprezzarne l’architettura, con i suoi superbi archi e murature. Per non parlare del panorama mozzafiato, che non solo mostra il panorama di Firenze ma permette anche di apprezzare la grande varietà di statue e stili artistici dei santi che un tempo decoravano le nicchie esterne.