Come di consueto, Palazzo Strozzi inaugura questo 22 marzo una mostra memorabile, un omaggio a uno dei più grandi maestri dell’arte del XX e XXI secolo. Stiamo parlando dell’artista tedesco Anselm Kiefer, la cui arte propone una profonda introspezione sulla condizione umana, in un complesso intreccio di connessioni tra passato, presente e futuro.
Sin dal suo debutto sulla scena artistica alla fine degli anni Sessanta, Anselm Kiefer è coinvolto in un lavoro di grande impatto e riccamente stratificato che esplora temi di memoria, mito, storia, letteratura e poesia. Ogni opera di Kiefer esprime un rifiuto dei limiti – non solo attraverso la scala e la materialità – ma anche attraverso l’infinita ricchezza di risorse con cui sonda le profondità della memoria e del passato.
Le sue opere contemporanee – nuove e storiche – dialogano profondamente con l’architettura rinascimentale di Palazzo Strozzi, inclusa una nuova opera creata appositamente per il cortile interno del palazzo.
Dalla Germania al mondo
Nato nello stesso anno della fine della Seconda Guerra Mondiale, cioè nel 1945, Kiefer si confronta con la storia del Terzo Reich e affronta l’identità della Germania del dopoguerra come un modo per rompere il silenzio sul recente passato ed esplorare la propria identità e cultura.
L’artista ha ricevuto grande attenzione internazionale per il suo lavoro quando ha rappresentato la Germania Ovest insieme ad un altro famoso artista tedesco Georg Baselitz alla 39a Biennale di Venezia nel 1980.
Nel corso degli anni ha incorporato nel suo lavoro materiali e tecniche oggi emblematici – piombo, paglia, piante, tessuti e xilografie – oltre a temi come il Ciclo dell’Anello di Wagner, la poesia di Paul Celan e Ingeborg Bachmann, così come opere bibliche, connotazioni ebraiche e misticismo.
Negli anni ’90 si dedica allo scambio di pensieri tra il mondo orientale e quello occidentale, ispirandosi ai suoi viaggi attraverso India, Asia, America e Nord Africa. Nell’opera sono presenti strutture che ricordano l’antica architettura mesopotamica. Appaiono scorci di paesaggi della Francia meridionale, evidenziati dalla rappresentazione di costellazioni o dall’inclusione di piante e semi di girasole.
Un artista versatile
Oltre al talento, la versatilità di Anselm Kiefer è innegabile. L’artista si muove tra pittura, scultura, fotografia, xilografie, libri d’artista, installazioni e architettura. Dopo aver convertito una vecchia fabbrica di mattoni a Höpfingen, in Germania, in uno studio, ha creato installazioni e sculture che sono diventate parte del sito stesso. Pochi anni dopo essersi trasferito a Barjac, in Francia, Kiefer trasformò ancora una volta la proprietà attorno al suo studio, scavando la terra per creare una rete di tunnel sotterranei e cripte che si collegavano a numerose installazioni artistiche.
Questo studio fa ora parte della Fondazione Eschaton-Anselm Kiefer, che è aperta al pubblico. L’inaugurazione della fondazione nel 2022 ha coinciso con il ritorno di Kiefer a Venezia, dove a Palazzo Ducale è stato installato un ciclo di dipinti ispirati agli scritti del filosofo italiano Andrea Emo, esposto in concomitanza con la Biennale.