All’Antica Torre Tornabuoni non sono soltanto le mura storiche, i panorami mozzafiato o i dettagli d’arte a rendere unico il soggiorno. A fare davvero la differenza sono le persone, con la loro dedizione e la loro autenticità.
Tra queste, c’è Massimo Ancilotti, il nostro housekeeper, che per noi è molto più di un collega: è il cuore che batte della Torre, la sua energia positiva e quella genuina gioia di accogliere che gli ospiti percepiscono fin dal primo incontro.
Abbiamo voluto dedicargli lo spazio di questa newsletter, per raccontarvi la sua storia, il suo legame con la Torre e il modo speciale in cui vive ogni giornata insieme a noi e ai nostri ospiti.
Massimo, puoi raccontarci come è iniziata la tua esperienza nel mondo dell’hôtellerie e come sei arrivato all’Antica Torre Tornabuoni?
Io lavoravo in una cooperativa per persone svantaggiate dove io ero il responsabile della lavanderia e stireria. Si lavava anche qualcosa per la Torre. Il momento in cui la lavanderia è cessata, la Torre cercava una persona e così è iniziato il mio rapporto con la Torre.
Qual è stato il tuo primo impatto con la Torre? Cosa hai pensato entrando per la prima volta in questo luogo speciale?
Il primo impatto è stato entrare in una struttura bella, che mi ha anche impaurito un po’ perché non ero abituato a fare questo tipo di lavoro. Ma sono stato accolto dalla collega Carmela, che mi ha insegnato, si è presa cura di me, mi ha confortato e ha cercato di introdurmi in questo mondo dell’hotellerie.
Cosa significa per te lavorare qui, in una struttura con tanta storia e fascino?
Lavorare in questa struttura così importante significa per me essere più responsabile di quello che faccio, cercando di stare attento alle varie questioni, cercando di fare le cose sempre bene, al massimo.
Sei stato definito “il cuore che batte” della Torre. Come vivi questo riconoscimento e in che modo senti di portare la tua umanità nel lavoro quotidiano?
Vi ringrazio di questo riconoscimento che mi date. Io cerco sempre di portare il mio rapporto di lavoro a un livello umano, sia sugli oggetti come le camere e la “casa” in generale; sia con gli ospiti, cercando sempre uno sguardo, un dialogo, sapere se va tutto bene, se sono contenti, se la camera è a posto. E cercando di poter aiutare le persone al massimo delle mie possibilità su ciò di cui hanno bisogno. Tutto questo con attenzione alla privacy.
Nella tua giornata di lavoro ci sono sicuramente tanti momenti diversi: qual è la parte che ti dà più soddisfazione?
Sicuramente quando vedo che gli ospiti apprezzano il mio lavoro, oppure quando sento di aver fatto una cosa giusta, sia facendo le camere, sia mettendo a posto le cose, o risolvendo una questione di un cliente.
L’accoglienza è una parola chiave all’Antica Torre Tornabuoni. Come cerchi di trasmettere questa sensazione ai nostri ospiti?
Quando mi viene fatto una richiesta da un cliente, io mi sento la responsabilità di cercare di risolvere e concludere fino in fondo questa richiesta. Quando i bisogni dei clienti vengono soddisfatti, si sentono accolti.
Hai un aneddoto o un ricordo speciale legato a un ospite che ti è rimasto particolarmente nel cuore?
Stavamo ospitando 2 presentatori sportivi, in occasione di un importante manifestazione calcistica che si svolgeva a Firenze. La presentatrice, una bellissima ragazza straniera che parlava perfettamente italiano, era in camera quando le bussai per sapere se potevo pulire la stanza e la trovai disperata e in lacrime. Il collega presentatore, non le aveva fornito la scaletta in tempo per essere debitamente preparata. Allora io l’ho consolata e l’ho invitata a pregare se era credente, quindi sono stato felice di vedere che le mie parole erano riuscite a farla sentire meglio.
In che modo il rapporto con i colleghi contribuisce a creare quell’atmosfera unica che gli ospiti percepiscono?
Quando abbiamo un buon rapporto fra colleghi, si lavora meglio e i clienti lo percepiscono. Per questo cerco sempre di avere dialogo, una condivisione con i diversi bisogni per cercare di venirsi incontro alle necessità di ciascuno.
Qual è, secondo te, il segreto per far sentire ogni ospite “a casa” in un luogo così elegante e storico?
È cercare di soddisfare i bisogni delle persone e, allo stesso tempo, essere grati che abbiano scelto di soggiornare da noi. Anche se alle volte siamo oberati, bisogna sempre avere uno sguardo alle necessità dei clienti, essere aperti alle loro richieste. Se facciamo così, il cliente se ne accorge e si sente a casa.
Guardando al futuro, cosa speri per te e per l’Antica Torre Tornabuoni?
Io spero che vada sempre tutto bene, che il clima positivo che abbiamo ora continui e che possiamo sempre risolvere i problemi con serenità.
Le parole di Massimo ci ricordano che l’ospitalità non è fatta soltanto di servizi impeccabili, ma soprattutto di cuore, attenzione e calore umano.
È grazie a persone come lui che l’Antica Torre Tornabuoni non è solo un luogo dove soggiornare, ma una vera casa lontano da casa.
Un grazie speciale a Massimo, il nostro “supereroe della Torre”, per l’entusiasmo e la passione che ogni giorno regala a ospiti e colleghi.