A Firenze, ogni pietra, ogni palazzo e ogni sapore carica con sé una storia secolare.
All’Antica Torre Tornabuoni, custodire e celebrare questa eredità non è solo un privilegio: è parte integrante della nostra identità. Vivere in una torre medievale trasformata in residenza d’eccellenza significa abbracciare la memoria della città, e parte di questa memoria si esprime anche attraverso la sua gastronomia tradizionale.
Tra i dolci che meglio rappresentano la cultura toscana, soprattutto nel periodo natalizio, c’è senza dubbio il panforte, una specialità che affonda le sue origini nel Medioevo e che ancora oggi conquista con la sua ricchezza di profumi e sensazioni.
Un’origine medievale: quando il panforte era un dono prezioso
Il panforte nasce a Siena, ma è diventato un simbolo di tutta la Toscana. Già documentato nel XIII secolo, veniva preparato nei monasteri e nei forni cittadini come una sorta di “pane rinforzato”, arricchito con miele, spezie e frutta secca — ingredienti allora preziosissimi, spesso importati da lontano.
Questo dolce era destinato ai nobili, ai cavalieri, ai pellegrini importanti e persino ai religiosi di alto rango. Non a caso, alcune leggende raccontano che venisse offerto come dono durante le visite ufficiali o in occasioni solenni.
Le sue spezie — cannella, noce moscata, pepe, chiodi di garofano — non solo lo rendevano unico, ma raccontavano Firenze e Siena come crocevia di commerci e di incontri tra culture.
Panforte oggi: un rituale che profuma di Natale
Oggi il panforte è uno dei simboli più amati del Natale toscano.
Ogni famiglia ha la sua ricetta preferita, e ogni fetta sembra custodire una storia: quella delle feste di un tempo, dei mercatini d’inverno, delle tavole imbandite che riuniscono generazioni.
Due sono le versioni più celebri:
Panforte Margherita, più delicato, creato nel 1879 in onore della Regina Margherita di Savoia.
Panpepato, la versione più antica, dal caratteristico aroma deciso dovuto alle spezie più intense.
Indipendentemente dalla variante, il panforte continua a essere un legame vivo com il passato. Assaggiarlo significa entrare in contatto con una tradizione autentica, che non cede ao tempo.
Il valore della tradizione per l’Antica Torre Tornabuoni
All’Antica Torre Tornabuoni crediamo che la vera ospitalità nasca proprio dalla capacità di custodire e condividere le radici del territorio. Firenze non è soltanto arte e architettura: è anche una cultura del vivere, del gustare e del celebrare le piccole e grandi tradizioni.
Proporre e raccontare il panforte ai nostri ospiti significa aprire una porta sulla Toscana più autentica, su quella dimensione intima che spesso rimane nascosta dietro ai monumenti e ai musei.
Per noi, mantenere viva questa memoria non è un gesto nostalgico, ma un modo per rendere ogni soggiorno più significativo.
Ogni storia, ogni ricetta e ogni simbolo del nostro territorio fa parte di ciò che siamo e di ciò che desideriamo trasmettere.
Vuoi portare un po’ di questa magia nelle tua casa? Ecco la nostra ricetta per prepararlo secondo la tradizione.
PANFORTE
Ingredienti per uno stampo da 20 cm:
- Mandorle non pelate 260 g
- Cedro candito a cubetti 160 g
- Arancia candita a cubetti 160 g
- Zucchero 300 g
- Miele 150 g
- Farina 00 160 g
- Noce moscata 0,4 g
- Chiodi di garofano macinati 0,4 g
- Coriandolo in polvere 0,4 g
- Cannella in polvere 2 g
- Zucchero a velo 10 g
- Ostia 1 foglio
Per spolverizzare la superficie
- Zucchero a velo q.b.
Preparazione:
- Versate in un pentolino lo zucchero e il miele; poi mescolate fino a farlo sciogliere.
- A questo punto trasferite in una ciotola di pyrex.
- Unite sia il cedro candito, che l’arancia candita e le mandorle
- Mescolate il tutto, quindi incorporate anche la farina, continuando a mescolare con un cucchiaio. Non preoccupatevi se l’impasto risulterà troppo tenace, è normale.
- A questo punto aggiungete il pizzico di cannella, i chiodi di garofano macinati finemente, il coriandolo e la noce moscata in polvere.
- Mescolate ancora il tutto, a mano se vi resta più comodo, per amalgamare bene gli ingredienti; dovrete lavorarlo piuttosto energicamente.
- A questo punto imburrate uno stampo a cerniera del diametro di 20 cm e appoggiate il foglio di ostia sul fondo.
- Poi ritagliate una striscia di carta forno, dello spessore dello stampo e della stessa lunghezza della circonferenza: utilizzatela per rivestire l’intera circonferenza dello stampo.
- Rovesciate il composto all’interno dello stampo, poi immergete un cucchiaio in una ciotolina d’acqua e con il dorso livellate la superficie del dolce, continuando a bagnarlo al bisogno: bagnando il cucchiaio non avrete problemi a pressare la superficie del dolce per distribuire l’impasto uniformemente su tutta la teglia.
- Spolverizzate il panforte con circa 10 g di zucchero a velo, dovrà risultare perfettamente ricoperto. Cuocete in forno statico preriscaldato a 220° per circa 10 minuti. Trascorso questo tempo sfornate il panforte e lasciatelo intiepidire solo per alcuni minuti; non dovrà essere freddo, perché altrimenti non riuscirete a sformarlo.
- Dopo di che, sformate il panforte, togliete la carta forno e spolverizzate nuovamente con lo zucchero a velo, prima di servirlo.
Conservazione:
Conservate il panforte sotto una campana di vetro, a temperatura ambiente, per 4 giorni al massimo.
Consiglio:
Non lasciate raffreddare troppo il panforte, altrimenti potreste avere difficoltà a sformarlo. Potete sostituire una parte delle mandorle con le nocciole e utilizzare altri tipi di canditi.
Vivere Firenze attraverso i suoi sapori
Durante il periodo natalizio, Firenze si riempie del profumo delle spezie e delle mandorle tostate. Passeggiando tra le botteghe storiche e le pasticcerie tradizionali, non è raro trovarsi davanti a panforti artigianali preparati secondo ricette tramandate da generazioni.
Invitiamo sempre i nostri ospiti a provarlo: è un modo semplice e delizioso per entrare in sintonia con il ritmo culturale della città.
E quando si torna nella quiete e nell’eleganza dell’Antica Torre Tornabuoni, il gusto del panforte sembra sposarsi perfettamente con la sensazione di vivere — anche solo per qualche giorno — dentro la storia.
