La casa-torre denominata “Antica Torre Tornabuoni” che sorge all’inizio della via omonima a pochi passi dal ponte di Santa Trinita, fu costruita nella metà del XIII secolo dalla Famiglia guelfa dei Ruggerini e fu poi ceduta alla famiglia dei Fastelli o Pietrobono.
Dai primi anni del 1300 fino al 1770 fu la residenza dei Gianfigliazzi, famiglia di banchieri e commercianti, il cui nome risale a un certo Giovanni, figlio di Galeazzo, chiamato “Gian figlio d’Azzo”.
Appartenne a lungo alla famiglia Gianfigliazzi, che in questa zona aveva estese proprietà, “e fino al 1770 fu destinato per la pubblica conversazione del ceto nobile”, da cui la denominazione con cui ancora oggi è noto (casino dei Nobili).
Famiglia guelfa, i Gianfigliazzi non ebbero cariche pubbliche fino alla battaglia di Benevento (1266) quando l’opposta fazione dei ghibellini perse la supremazia sulla città e venne quasi definitivamente sconfitta nell’intero panorama italiano. Infatti, in tutta Italia i ghibellini venivano cacciati dalle città.
Ne parla più volte anche Dante Alighieri nella Divina Commedia, come quando cita il ghibellino Manfredi di Sicilia, sovrano del Regno di Sicilia, nel III canto del Purgatorio e lo incontra insieme a Virgilio sulla spiaggia dell’Antipurgatorio nella prima schiera di negligenti, quella dei morti scomunicati.
Da quel momento fino al 1530 la famiglia ebbe trenta priori e dieci Gonfalonieri, commissari in guerra, ambasciatori e diversi cavalieri a speron d’oro, l’ordine cavalleresco pontificio conferito a coloro che si prodigavano a diffondere il messaggio della Chiesa. Costruirono case, logge e torri nel quartiere di Santa Trinita e sembra che fossero anche proprietari delle case attorno alla chiesa.
La famiglia de’ Gianfigliazzi si estinse nel 1764 con il Canonico Rinaldo di Lodovico, la cui tomba è visitabile presso la Basilica di Santa Trinita che affianca la Residenza in Piazza Santa Trinita.
Dante non si limitò solo a citare la Famiglia Gianfigliazzi nel III canto del Purgatorio, bensì troviamo un richiamo degno di nota del Canto XVII dell’Inferno.
Con l’estinzione del casato Gianfigliazzi, nel 1764, fu acquisito dai Fontebuoni e quindi dalla famiglia Piccioli.
Nel palazzo, al secondo piano, era ai primi del Novecento la Pensione Piccioli, residenza privilegiata di aristocratici, letterati inglesi, artisti e musicisti, dove tra l’altro furono ospiti nel 1932 e nel 1935 gli scrittori russi Dmitrij Merezkovskil e Zenaide Hippius.
Chiusa intorno al ‘48, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Pensione Piccioli venne riaperta dagli eredi nel 2001, come Residenza d’Epoca con la denominazione di “Antica Torre di Via Tornabuoni 1”, a cui fece seguito, nel 2008, la Residenza d’Epoca Palazzo Gianfigliazzi di Via Tornabuoni 1. Grazie alle attente ristrutturazioni, che ne hanno salvaguardato fascino ed elementi architettonici, gli ambienti suggestivi del palazzo di Via Tornabuoni hanno ripreso vita e calore. Le nostre maestose terrazze panoramiche conferiscono ai loro visitatori un punto di vista su Firenze unico e indimenticabile garantendo una vista che non ha eguali al mondo.
Oggi l’Antica Torre di via Tornabuoni 1 non è un normale hotel e neppure un boutique hotel, ma una Residenza d’Epoca in cui il piacere dell’ospitalità si unisce al desiderio degli ospiti di rivivere non da spettatori, ma da protagonisti un momento autentico della storia.