Firenze possiede innumerevoli bellezze architettoniche e molti altri edifici di importanza storica non solo per la città, ma per il mondo. Uno di questi edifici è Palazzo Medici Riccardi, che fu la prima dimora dei Medici, dove vissero Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico.
Lì si è svolta una parte importante della storia di Firenze, visibile anche nella serie I Medici, di cui parliamo qui. Per le sue sale e corridoi, oltre al magnifico cortile centrale, sono passati personaggi importanti della storia fiorentina: Galeazzo Maria Sforza, ritratto nella Cappella dei Magi da Benozzo Gozzoli (1459) con membri della famiglia Medici, fu uno di loro.
Artisti come Donatello, Michelangelo, Paolo Uccello, Benozzo Gozzoli e Botticelli hanno lavorato all’interno del Palazzo Medici Riccardi, che possiamo definire senza equivoci la “casa del Rinascimento”, dove tutto ebbe inizio.
La storia del Palazzo
Voluta nel 1444 da Cosimo il Vecchio, la residenza della famiglia Medici è un modello fondamentale dell’architettura civile rinascimentale. Il primo progetto fu di Filippo Brunelleschi, ma Cosimo lo giudicò “troppo sontuoso e magnifico” da “portargli invidia tra i suoi cittadini, piuttosto che grandezza e ornamento alla città, o conforto in sé” (G. Vasari, 1568 ). Quindi, la costruzione fu dell’architetto Michelozzo, che creò l’edificio che conosciamo oggi.
Dopo il movimento insurrezionale capeggiato dal frate domenicano Girolamo Savonarola, il Palazzo Medici Riccardi fu confiscato insieme a tutti i beni di famiglia in esso contenuti dal nuovo governo. I Medici furono cacciati da Firenze e opere come il David e la Giuditta di Donatello furono trasferite al Palazzo della Signoria, sede della neonata Repubblica.
Ma i Medici non furono sconfitti e tornarono a Firenze nel 1512, sempre al Palazzo Medici Riccardi. La famiglia rimase lì fino al 1540, quando il giovane duca Cosimo I dei Medici decise di trasferirsi nel considerato più strategico Palazzo della Signoria.
I Riccardi
Vi starete chiedendo perché il palazzo si chiami Medici Riccardi, se apparteneva solo alla famiglia Medici. Perché nel 1659 il palazzo fu venduto al marchese Gabriello Riccardi per quarantamila scudi. Lo ampliò verso nord e ne ristrutturò gli interni con sontuosi interventi in stile barocco.
A questo periodo appartiene la costruzione della cosiddetta “Galleria”, la volta splendidamente decorata dal più grande pittore barocco dell’epoca, Luca Giordano (1682-1685), con un affresco raffigurante l’Apoteosi dei Medici.
Il rapido declino economico della famiglia, dovuto ad uno stile di vita lussuoso e allo spreco di denaro, portò i Riccardi a dover cedere l’edificio al demanio nel 1814, che ne fece la sede degli uffici amministrativi, fino al 1874 quando l’edificio fu acquistato dalla Provincia di Firenze (oggi Città Metropolitana), tuttora operante nell’edificio insieme alla Prefettura e all’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.
Il percorso museale
Seminterrato:
PERCORSO ARCHEOLOGICO
I locali sotterranei, già scuderie medicee, poi cantine riccardiane, assumono oggi una nuova e autorevole dignità coniugando l’architettura contemporanea con le testimonianze del passato.
MUSEO DEL MARMO
Aperto al pubblico nel 2005, il Museo del Marmo testimonia la predilezione della famiglia Riccardi per il collezionismo di arte antica.
Piano terra
CORTILE MICHELOZZO (1444-1452)
Realizzato su progetto di Michelozzo, l’elegante cortile rinascimentale è caratterizzato da elementi classici.
GIARDINO MEDICO
Elemento essenziale della vita privata della famiglia è la Limonaia, ambiente impreziosito da stucchi e decorazioni settecentesche.
SPAZI ESPOSITIVI
Oltre al percorso museale, il palazzo è sede di mostre temporanee allestite nelle sale storiche del museo mediceo.
Primo piano
CAPPELLA DEI MAGI (1459-1561)
Il corteo dei Magi, magistralmente affrescato da Benozzo Gozzoli, ritrae membri della famiglia Medici con uomini illustri.
MADONNA CON BAMBINO (1466-1469)
La Madonna di Filippo Lippi, raffigurata protesa verso il figlio, è tra le opere tardive del maestro fiorentino.
GALLERIA LUCA GIORDANO (1682-1691)
La decorazione degli specchi dialoga con la maestosa volta affrescata da Luca Giordano raffigurante l’Apoteosi dei Medici.